Il bullismo? È colpa di Salvini!

La brutta vicenda dei bulli di Perugia testimonia, da un lato la grande maturità dei ragazzi che hanno denunciato le violenze subite da un loro compagno e, dall’altro, la superficialità con la quale la propaganda politica di sinistra affronta il problema.

Da un lato, infatti, si segnala il coraggio degli studenti che non si sono voltati dall’altra parte, ma anzi si sono attivati per segnalare ai docenti e al preside i due bulli, per i quali la Procura Minorile ipotizza reati gravissimi (minacce, estorsioni, lesioni).

La notizia, oltre al naturale sdegno per l’episodio, avrebbe dovuto comunque essere accolta come un segno di speranza, perché in questo caso la rete sociale ha funzionato bene, ma come al solito è stata banalizzata e strumentalizzata politicamente per contrastare quello che sembra ormai essere il nemico pubblico per eccellenza di una sinistra alla canna del gas: Matteo Salvini.

Le dichiarazioni della Presidente Tesei, sulla necessità di introdurre misure concrete contro il bullismo, infatti, sono state subito bersagliate da commenti idioti secondo i quali il bullismo sarebbe da attribuire a Matteo Salvini.

Quindi, per un utente Facebook le affermazioni della Tesei non sarebbero credibili:

Detto da una che viene dal partito che ha fatto del bullismo e della violenza verbale contro gli altri la sua bandiera propagandistica suona davvero poco credibile.

E un altro:

Ringraziando la propaganda del vostro leader con la felpa

E ancora:

Possiamo ringraziare il legarolo SALVINI con il suo fare aggressivo tipico di chi non sa usare il cervello, e usa parole e frasi che eccitano i giovani alla violenza contro deboli e diversi. Altro che discorsetti falzi dovreste vergognarvi tutti legaroli da 4 soldi

Questa è una rapida rassegna di quanto sono stati capaci di scrivere i detrattori del leader leghista, per i quali la soluzione per contrastare il bullismo sarebbe l’eliminazione dell’odorato avversario politico.

A mio avviso la causa del bullismo, invece, risiede più in queste banalizzazioni surreali che producono l’effetto di deviare la discussione dalle reali radici del fenomeno e, soprattutto, forniscono un alibi ai violenti.

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