Irene Montero, ministro per l’Uguaglianza del Governo spagnolo ha sostenuto che
Ogni bambino deve sapere che può amare o avere rapporti sessuali basati sul consenso con chi vuole
Una dichiarazione che lascia sconcertati e che sembrerebbe voler sdoganare la pedofilia come una qualsiasi variante sessuale. In Spagna queste parole hanno chiaramente destato grande scalpore, cosa che invece non è accaduta nel resto d’Europa.
Ancor meno in Italia, dove nessuno – specialmente da sinistra – si è sentito in dovere di prendere le distanze dal ministro spagnolo in quota Podemos.
La difesa, poco convincente, è toccata ai soliti “fact checker indipendenti”, secondo i quali la dichiarazione sarebbe stata mal tradotta e strumentalizzata: la parola usata dalla Montero, ninos appunto, sarebbe da intendersi come ragazzi (tra i 16 e i 18 anni) e non come bambini.
Ricostruzione che, vocabolario alla mano, appare insostenibile visto che la lingua spagnola indica i ragazzi in quella fascia di età con il termine “muchachos”.
Come ha chiarito Don Fortunato Di Noto, presidente di Meter, la Onlus attiva contro la piaga strisciante della pedofilia, queste parole sono invece gravissime, perché indicano il superamento di un limite, cioè
La normalizzazione della pedofilia come una qualsiasi variante sessuale.
Ma il punto è che se si abbassa l’età del consenso e se si mette l’accento non sulle intenzioni dell’adulto, ma sul consenso del bambino il gioco è fatto.
Le parole della Montero sono sconcertanti perché utilizzano lo stesso linguaggio di queste lobby pedofile. Il concetto è semplice: se il bambino ha diritto ad una sessualità con chi gli pare, è chiaro che l’adulto è già pronto a farsi avanti. In questo modo non c’è la violenza secondo loro, nel senso che il consenso elimina la violenza e tutto avviene nel campo della volontarietà.
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