Dominare l’informazione per gestire il potere, questa è la mission di Rocco Casalino. Super stipendio da 169 mila euro all’anno per comandare a bacchetta la propaganda di regime e raccontare la storia inventata del Governo peggiore della storia repubblicana d’Italia.
Quando ho saputo che il responsabile della comunicazione del Movimento 5 Stelle era Rocco Casalino devo dire che sono rimasto molto colpito. Mi sembrava davvero strano che uno diventato famoso con il Grande Fratello potesse capirci qualcosa di comunicazione politica.
Mi sbagliavo e di grosso. Alla fine, qualunque sia l’oggetto della comunicazione, i metodi e le strategie della comunicazione di massa sono gli stessi: vendere un dentifricio o parlare di una legge sui diritti civili per certa gente è la stessa cosa. Non conta cosa comunichi, ma come lo comunichi.
Il controllo dell’informazione è la base per acquisire il potere, gestirlo e conservarlo. Tutte le grandi dittature della storia hanno controllato l’informazione, represso il dissenso tappando la bocca alle voci libere, raccontando la loro storia di pura propaganda con le parole e le immagini che desiderava il dittatore.
Già, le immagini, così importanti in un’epoca come questa in cui la comunicazione è visiva ed evocativa. Non c’è il tempo di riflettere su ciò che si vede: l’immagine ti penetra nel cervello, stimola la reazione per la quale è stata costruita, condiziona la tua opinione e svanisce.
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Lo storytelling del regime
Vi faccio un esempio recentissimo. Avete visto tutti le immagini del vaccino trasportato a bordo del furgone della Pfizer, scortato da un corteo dei Carabinieri che arriva dal Belgio il giorno di Natale. In queste immagini c’è uno storytelling straordinario: c’è la salvezza dal dramma della pandemia, c’è l’Europa che salva l’Italia, c’è il dono della vita nel giorno più caro agli Italiani.
A voler raccontare questa storia con razionalità si potrebbero fare mille domande, sarebbe di sicuro meno affascinante, eppure è stata costruita proprio per farci pensare a qualcosa che non è, per condizionare l’opinione pubblica.
Questo è il lavoro di Rocco Casalino. A questo punto dobbiamo domandarci se vogliamo continuare a farci prendere per il naso da questo imbonitore, se vogliamo ancora credere alle sue fandonie oppure aprire gli occhi.
Qualcuno in realtà si è stancato di questo mega set cinematografico e vuole vederci chiaro, perché sembra addirittura che la volontà di manipolare l’informazione in chiave propagandistica sia debordata clamorosamente.
Palazzo Chigi come il set di una fiction
Il segretario della Commissione di Vigilanza della Rai, Michele Anzaldi di Italia Viva, ha scoperto che le immagini utilizzate e diffuse dai telegiornali e dalle trasmissioni di approfondimento politico, non sarebbero frutto del lavoro delle troupe delle varie testate, ma sarebbero addirittura prodotte e montate direttamente dallo staff del Premier Conte, sotto l’abile regia del nostro Casalino.
Non si tratta di una cosa di poco conto. Scegliere cosa mostrare e come mostrarlo significa avere il controllo totale sul messaggio che viene diffuso: i telegiornali quindi non fanno informazione, ma propaganda, quella propaganda che viene proprio dal palazzo del potere.
Una sorta di rivisitazione in chiave moderna e subdola dei cinegiornali dell’Istituto Luce.
Gli interrogativi di Anzaldi
Anzaldi su questo ha chiesto informazioni ai vertici della Rai. Si chiedono spiegazioni, ma soprattutto si denuncia una situazione che non ha precedenti per l’Italia Repubblicana, cioè quella del potere politico che si produce le immagini che devono rappresentarlo.
Una gravissima violazione delle norme deontologiche e dell’autonomia giornalistica che distrugge quel poco di credibilità che era rimasto all’informazione pubblica.
Per nostra fortuna Giuseppe Conte è un personaggio debole che ha già mostrato tutti i suoi limiti, a prescindere dal racconto che ne viene fatto: un uomo vanitoso, superbo, poco incline alla critica, vendicativo e assolutamente incapace di fare squadra. E’ durato anche troppo a Palazzo Chigi e molto del suo consenso – che ormai sta scomparendo – è proprio di Casalino e delle sue favole.
Ora è arrivato il momento di risvegliarsi.