Il mistero del piano pandemico vecchio di 15 anni, l’omertà dell’OMS, lo scaricabarile penoso di Speranza, le bufale di Conte. Quasi due milioni di contagiati e sessantacinquemila morti. Ecco il “modello Italia”.
Ormai è una certezza: l’Italia ha affrontato il coronavirus senza alcuna prevenzione, abbandonando a se stessi medici, infermieri, semplici cittadini che da un momento all’altro si sono ritrovati a vivere l’incubo della pandemia.
Abbiamo la certezza del fatto che chi doveva proteggerci, approntando un sistema sanitario in grado di reggere all’impatto di una pandemia virale non ha fatto ciò che doveva: non è chiaramente una responsabilità che si può attribuire solo al governo Conte, perché il ritardo e le omissioni sono molteplici e non circoscritte all’Italia.
Ma su Conte e Speranza ricadono le responsabilità politiche di aver mentito agli Italiani: a gennaio chi voleva chiudere le frontiere era classificato come un razzista dalla propaganda di sinistra. All’epoca andava di moda l’aperitivo in mezzo alla gente, la campagna idiota “abbraccia un cinese”, gli involtini primavera. Tutte minchiate per dimostrare che noi eravamo invincibili.
Fontana è stato flagellato per aver indossato una mascherina in un video nel quale invitava i cittadini ad indossare quel presidio. Ma a Gennaio le mascherine non c’erano, le terapie intensive non erano preparate, gli ospedali non avevano zone di triage separate per la diagnosi di casi di positività.
Il virus nella prima ondata ha colpito prima Lombardia e Veneto. E’ stato scoperto quasi per caso, grazie all’intuito della dottoressa Annalisa Malara, anestesista dell’Ospedale di Codogno solo il 21 febbraio. Solo grazie ai sistemi sanitari di Lombardia e Veneto l’impatto della pandemia nei primi mesi è stato contenuto al nord italia: quel fronte è stato un argine.
Quella prima linea ha pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane e di sconquasso del sistema economico e sociale, ma il sistema schifoso dei media li ha dipinti come delinquenti incapaci e ha beatificato Zingaretti che si è fatto fregare 15 milioni di euro per l’acquisto di mascherine, e lo sceriffo De Luca capace solo di fare lo spiritoso su Facebook.
Quella nuova linea del Piave combatteva senza armi, perché chi doveva fornirle non aveva fatto il suo dovere e, nonostante tutto ha retto fino all’estate. In quei mesi un governo saggio avrebbe cercato di recuperare il tempo perso, avrebbe tentato di mettere al riparo i cittadini implementando e rafforzando il sistema sanitario.
Conte e tutto il suo governo invece si sono pavoneggiati in eurovisione, hanno dilapidato 100 miliardi di euro in marchette elettorali e commissioni varie sull’acquisto dei presidî medici, hanno scaricato le responsabilità sui medici, sugli ospedali, sugli Italiani costringendoli a rimanere chiusi in casa, senza soldi e senza lavoro.
Una catastrofe.
Ma la colpa non è solo loro, è anche dell’OMS che ha coperto le lacune del nostro sistema sanitario. Ranieri Guerra, attuale Vicepresidente europeo dell’OMS ed ex Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, incarico che ha rivestito dal 2013, doveva predisporre l’aggiornamento del piano pandemico nel quale sono scritte le procedure, gli scenari e gli approvvigionamenti necessari per contrastare il COVID. Lui non solo non ha fatto ciò che doveva, ma ha anche tentato di nascondere le prove, chiedendo al Prof. Zambon di modificare un rapporto nel quale si diceva chiaramente che il piano pandemico era fermo al 2006 e che questa era la causa del disastro italiano.
L’OMS adesso oppone l’immunità diplomatica alla Procura di Bergamo che sta indagando sul caso, per evitare di assumersi le responsabilità di questa vicenda. Un atteggiamento vergognoso alla luce del quale occorre rivalutare la decisione di Donald Trump di uscire dall’OMS.
Ma non dobbiamo dimenticare che il consulente del Ministro Speranza è il Prof. Walter Ricciardi, rappresentante italiano presso l’OMS con il pallino della recitazione.
Tutta questa gente deve essere cacciata a calci, sono indegni di potersi fregiare della nazionalità italiana. A partire da Conte.
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