Pieni poteri per Giuseppe Conte

Pieni poteri, questo è quello che vuole Giuseppe Conte per continuare a governare il paese senza passare dal Parlamento.

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L’estensione dello stato di emergenza fino al 31 dicembre non c’entra niente con il coronavirus, ma è solo un modo di rinviare il più possibile il momento in cui dovrà lasciare Palazzo Chigi.

In questo momento quello che spaventa di più l’avvocato del popolo è proprio il popolo che a settembre sarà chiamato al voto in quattro regioni: a settembre gli italiani dimostreranno che i sondaggi diffusi fino a qualche giorno fa, e che attestavano lo straordinario gradimento del Premier, erano una balla colossale. Con la vittoria del centrodestra il governo andrà in pezzi.

Conte sa benissimo che gli Italiani non lo vogliono più, per le promesse non mantenute, per l’immigrazione che è ripresa a ritmi serrati e incontrollata, per le tante famiglie ed imprese che attendevano aiuti che non sono mai arrivati.

Settembre sarà un brutto periodo per Conte. Addirittura il Ministro dell’Interno Lamorgese prefigura “tensioni sociali” e scommetto che si sta preparando a reprimerle: quando un padre non ha più di che sfamare i suoi figli, come minimo scende in piazza no?

I pieni poteri servono proprio a questo: a evitare le elezioni regionali, a impedirci di scendere in piazza a manifestare. Quello che non farà il terrorismo mediatico sul covid lo faranno i decreti liberticidi del governo.

Qualche tempo fa il Premier Ungherese Viktor Orban ha chiesto al Parlamento pieni poteri che gli sono stati concessi il 30 marzo: in Italia la cosa ha sollevato la solita cagnara della sinistra: è tornato il fascismo, l’alleato di Salvini impone la dittatura. Poi, il 16 giugno Orban torna in Parlamento e chiude questa fase di poteri speciali, ma di questo nessuno ha detto nulla.

Conte ha creato già la sua personale dittatura dal 15 gennaio e si appresta a prorogarla fino al 31 dicembre, ma adesso la cosa va bene a tutti e nessuno ha niente da dire.

Non ci sono solo motivi di carattere interno per sospendere la democrazia in Italia, ci sono anche precise strategie per fare in modo che il dopo Conte sia un assoggettamento totale del nostro Paese all’Europa: altri cinque mesi di emergenza, senza soldi e con una situazione psicologica complessiva di paura e insicurezza costituiranno il colpo mortale per la nostra economia già ridotto allo stremo.

L’idea è quella di far crescere per necessità un’opinione pubblica favorevole al MES e di vedere le briciole che ci getterà l’Europa come l’unica ancora di salvataggio: in altre parole si sta avverando la previsione di commissario europeo al bilancio Oettinger: “i mercati insegneranno agli Italiani come votare”.

La verità è che la politica è profondamente cambiata, non esiste più la distinzione tra destra e sinistra, ormai c’è chi difende l’autonomia e la sovranità nazionale e chi sta dalla parte delle elites finanziarie e difende gli interessi dell’establishment.

Insomma, poi non dite che non eravate avvisati, perché per l’Italia sta per scoccare l’ora più buia e mi auguro che sapremo venirne fuori senza essere spazzati via.

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