Siete tutti razzisti a vostra insaputa.

Oggi parliamo dell’ipocrisia e del pensiero unico che per costruire un mondo tollerante e non discriminatorio porta all’eliminazione del dissenso e alla omologazione del genere umano.

Anche questo podcast potrebbe essere travolto dalla follia dilagante della mandria, d’altronde il suo nome, gatto nero, potrebbe risultare offensivo per le persone di colore o nere o scure o abbronzate? 

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Già, con questa situazione non si sa più come indicare le persone che hanno una pelle più ricca di pigmento che lo colora, quando con una leggera prevalenza di giallo, o di rosso, o di nero senza rischiare di incorrere nell’idiota di turno che ti dà del razzista.

Si, perché il pensiero unico porta al pensiero binario, porta alle associazioni semplici e alle generalizzazioni. Vi ricordate la campagna “me too”? Un movimento nato per ragioni meritevoli e meritorie che ben presto si è trasformato in una farsa: schiere di soubrette e attricette che ricordavano tutto d’un tratto di essere state molestate dopo anni per ritagliarsi qualche copertina. 

Quindi l’associazione semplice era regista uguale violentatore. Oggi l’associazione semplice è bianco uguale razzista. E questa follia di massa, che quasi sempre nasce negli stati uniti, dove tutto è più grande, la patria del big Mac, di superman, del caffè da mezzo litro, si estende al mondo intero e diventa feroce e irrazionale come la Santa Inquisizione.

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Io sono bianco e non sono razzista. Ma questo rappresenta un fatto che non rientra nello schema del pensiero unico, per questo sicuramente qualcuno dirà che sono razzista. Esatto, io potrei essere ritenuto razzista, come Churcill o Cristoforo Colombo, come l’amaro Montenegro. Anzi, la patria del razzismo è proprio la repubblica di Montenegro, il piccolo stato dei Balcani che ottenne l’indipendenza nel 2006, d’altronde con un nome così non può che essere razzista. 

Il colore è un elemento distintivo, marca le diversità: entrando in un negozio di abbigliamento potete acquistare una maglietta rossa, gialla, nera o bianca. L’intero universo funziona con i colori per distinguere una cosa dall’altra.

Ma per il pensiero unico il colore è un problema, perché evoca il razzismo. Così come il sesso degli esseri umani evoca la loro differenziazione in maschi e femmine. Ma il pensiero unico ci vuole tutti uguali, acromatici, asessuati, acritici.

Ha ragione l’arcivescovo Carlo Maria Viganò: c’è una lotta in corso tra i figli della luce e i figli delle tenebre, tra chi ci vuole individui e persone e chi ci vuole massa omologata.

In questa battaglia il presidente degli Stati Uniti Trump sembra essere solo. In questa battaglia io so da che parte stare e voi?

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