Gli stati generali, la nuova trovata del duo Conte – Casalino per tentare di prendere tempo ed evitare di essere disarcionati da una maggioranza che sta mostrando segni di insofferenza.
Conte ha capito che il suo tempo sta per scadere: il Partito Democratico è ormai riuscito a ritrovare una direzione, i sondaggi dimostrano che ha un consenso solido. Certo, non da assicurare una campagna elettorale trionfante, ma sicuramente l’obiettivo di Zingaretti è stato raggiunto: il logoramento del movimento 5 stelle è evidente e non passa giorno che i ministri di punta dei grillini siano attaccati e costretti al ritiro con perdite.
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Quello che per l’ambizione di Conte era sembrato un alleato fedele si sta rivelando per quello che è: una organizzazione in grado di ingessare ogni mossa, di infiltrarsi ai più alti livelli e agire sotto copertura. In pratica l’alleanza con il PD è stato un abbraccio mortale e il Presidente del Consiglio lo sa.
L’Italia è in crisi, nera, profonda, di sistema. Servirebbero soldi, ma dall’Europa sono arrivate solo promesse e annunci alle quali l’unico che ci crede è proprio Conte, non perché sia uno sprovveduto, ma perché la sua sopravvivenza politica è legata a quei soldi.
Senza l’Europa conte non può fare nulla, anzi la crisi di liquidità è l’obiettivo del partito democratico che con il Ministro Gualtieri si è sempre rifiutata di usare i BTP per obbligarci ad accettare il MES e far commissariare dall’Europa il prossimo governo, sicuramente di centrodestra.
Per questo Conte rimane immobile e con lui tutto il Paese, mentre Francia e Germania proseguono le loro politiche economiche di supremazia sul resto dei paesi europei. Conte rimane immobile, come un pavone che fa la ruota, chiama intorno a sé personaggi famosi che possano dargli lustro e peso, proprio quelle cose che lui politicamente non ha.
Gli stati generali sono proprio questo: una parata inutile per l’Italia, ma funzionale al Premier che avrà spazio sui giornali parlando di sogni e massimi sistemi.
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Agli stati generali si noteranno molto le assenze, ma anche le presenze dalle quali si può concludere che la parabola politica di Conte non è ancora conclusa: Ursula Von Der Leyen sembra intenzionata a confermare la sua presenza. Questo ennesimo spot con un testimonial d’eccezione però servirà solo a prendere tempo, ma non per Conte, per l’Europa che ritiene ancora Salvini una minaccia, nonostante le rassicurazioni di Berlusconi.
E mentre va in scena l’ennesimo teatrino ipocrita, l’Italia sprofonda nel baratro.