Vi ricordate “mani pulite”? Ogni giorno avvisi di garanzia e arresti. Tanti da perdere il conto.
La “fuga di notizie” era una scienza esatta: i cronisti in preda all’eccitazione bivaccavano nei pressi del Tribunale di Milano in attesa che qualcuno gettasse loro in pasto l’ennesimo nome.
Quelle inchieste riguardavano politici e imprenditori. Oggi che riguardano i magistrati niente arresti, niente clamore mediatico. Addirittura i cronisti oggi fanno gli avvocati difensori e gettano acqua sul fuoco.
Eppure le esigenze cautelari ci sarebbero tutte: non vi è forse il pericolo di reiterazione del reato e di occultamento delle prove? Tranne Palamara (che va in TV a difendersi) le persone coinvolte sono tutte al loro posto, anzi sono quelle che insieme al dj fofò, con una riforma che fa già ridere, insabbieranno tutto.
Prima della Giustizia e della Magistratura onesta, prima della stampa e dei media dovrebbe valere la regola dello specchio, quella per cui chiunque con un minimo di coscienza, passando davanti allo specchio, dovrebbe almeno provare vergogna e dimettersi.
Così non è.
Delle esigenze cautelari una sola manca: il pericolo di fuga. L’Italia per chi delinque è il posto più sicuro.