Il plasma è democratico, è donato volontariamente dal popolo e va dato gratuitamente al popolo.
Nelle parole del Dott. Giuseppe De Donno, Direttore di Pneumologia del Poma di Mantova, più che una cura traspare una filosofia: quella di promuovere la sperimentazione di un metodo solidale e a basso costo, rispetto ad un vaccino che finirebbe per arricchire le case farmaceutiche e costringerebbe tutti ad una pratica medica preventiva sulla quale da tempo c’è un acceso dibattito.
Sia chiaro: il vaccino e le vaccinazioni sono fondamentali e la loro efficacia non può essere messa in discussione. Tuttavia, se l’alternativa esiste, è meno invasiva e meno costosa del vaccino viene da chiedersi il perché di questa levata di scudi contro il plasma, il cui impiego ed efficacia sono noti da tempo.
Oltre al solito Burioni, tutte le istituzioni internazionali, Europa in testa, stanno dirigendosi con grande determinazione e impiego di risorse verso il vaccino e da più parti arrivano tentativi di screditare o limitare la portata della pratica medica seguita dal Dott. De Donno.
Al momento il trattamento con il plasma, abbinato alla terapia con anti retrovirali, ha comportato la guarigione di tutti i pazienti trattati e nell’ospedale dove viene praticata questa terapia, da un mese ormai non si registrano più decessi.
Per questo non può che stridere l’atteggiamento del Governo e del Ministero della Salute che hanno inviato un’ispezione del NAS dei Carabinieri e che potrebbero vietare l’uso del plasma.