A giudicare dal tono del dibattito, acceso ed ultimativo, sembra che sulla riforma della tanto odiata prescrizione non si riesca a trovare la quadra.
Io penso che siamo di fronte all’ennesimo bluff di una maggioranza sgangherata, il cui unico interesse è quello di evitare le elezioni come la peste.
Il voto anticipato sarebbe, in primo luogo, l’atto finale per il Movimento 5 Stelle, dopo che le elezioni in Emilia Romagna – con tutte le precisazioni dovute per il valore su scala nazionale di elezioni regionali – hanno dimostrato come il fenomeno grillino si sia sciolto come neve al sole. Le faide interne, tra fedelissimi dell’ex capo politico Di Maio e l’ala “governista” sono all’arma bianca e da più parti si prospetta l’imminente scissione.
Affrontare le urne in questa situazione equivarrebbe ad un suicidio e i parlamentari grillini lo sanno bene, quindi faranno di tutto per evitarle.
Anche per il PD il voto anticipato non sarebbe la situazione ottimale. Come è noto il dibattito interno (che in altri partiti si chiamerebbe semplicemente zuffa) è molto acceso e le correnti sono pronte a darsi battaglia per spartirsi i pochi seggi rimasti appannaggio dei democrats. Seggi, è bene ricordarlo, che sono oggi decimati non solo per effetto della mancanza di appeal del PD, ma anche dalla riforma che ha tagliato del 30% i parlamentari.
Matteo Renzi è quello che rischia più di tutti se si dovesse tornare al voto prima della naturale scadenza della legislatura. La sua Italia è viva, ma solo grazie ad un respiratore artificiale. I sondaggi dicono che galleggia tra il 2 e il 3% dei consensi, anche quelli più ottimistici. Meglio evitare le elezioni e tirare a campare, magari facendo dimettere i ministri e iniziando la lunga guerriglia dell’appoggio esterno.
Contro il voto anticipato è anche il Presidente Mattarella: le elezioni consegnerebbero un’ampia maggioranza al centrodestra che di sicuro non prenderebbe neanche in considerazione l’ipotesi di un secondo mandato per l’attuale inquilino del Colle. Per questo, Mattarella ha tenuto a precisare che di fronte ad una crisi del governo Conte Bis l’unica opzione disponibile è quella del voto.
“Muoia Sansone” eccetera… insommma. Siamo una Repubblica parlamentare a fasi alterne, quando fa comodo.
Il monito di Mattarella porterà tutti a più miti consigli e l’accordicchio – che chiameremo “lodo” per dare almeno una dignità formale ad una serie di “marchette” reciproche – è in corso di gestazione.
Non ci resta che attendere…ehm anzi no, non ci resta che piangere.