Prodi plaude al governo PD-M5S e propone un governo di legislatura: “Votare insieme come per la Van Der Leyen”.
Dopo il Bomba e Baffino D’Alema, anche il Mortadella si lancia in uno sperticato sostegno all’ipotesi di inciucio tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. Un governo già ribattezzato il “Governo dei Perdenti”, composto da quelle forze politiche per le quali le elezioni anticipate sarebbero una condanna a morte.
Andare al governo per fare cosa?
Secondo Giulio Sapelli, accademico di lungo corso ed economista di primo piano, la ricetta del nuovo governo sarebbe la solita:
“Subordinazione totale alle politiche europee dell’austerità, accelerazione del processo di deindustrializzazione, svendita degli asset strategici del paese. Una cura greca, cura si fa per dire; esattamente l’antitesi delle riforme di cui l’Italia avrebbe bisogno”
Una ricetta che il PD e Prodi hanno da sempre attuato, incassando l’appoggio dei poteri forti della finanza internazionale e il giubilo dei media mainstream.
E’ evidente che ogni supporter di questo “Governo Mostro” ha il suo tornaconto personale: per Renzi è una rivincita su Zingaretti e il modo migliore di tornare al Governo senza dover passare per la “scocciatura” delle elezioni.
E per Romano Prodi?
Il professorone, già trombato il 19 aprile del 2013 per la carica di Presidente della Repubblica, guarda lontano e pensa al 2023, quando scadrà il settennato di Mattarella. E’ ancora vivo il fastidioso prurito alle terga per il trattamento subìto da D’Alema che, in una notte, fece sparire ben 101 voti facendo così naufragare il sogno di Romano al Quirinale.
Adesso, quindi, Prodi vede in questa crisi un’altra possibilità. Nella foga di accaparrarsi i voti dei 5 stelle per l’elezione alla Presidenza della Repubblica, non si è accordo che D’Alema è ancora lì, appostato dietro dietro di lui e con un grosso cetriolo in mano.