Il Vaticano ha annunciato che è allo studio la possibilità di cacciare ufficialmente dalla Chiesa coloro che si rendono colpevoli di «corruzione e associazione mafiosa». La scomunica comporta, oltre alla esclusione dai sacramenti, anche l’allontanamento dalla comunità dei fedeli. (Leggi la notizia)
Non c’erano di certo dubbi sulla posizione di netta censura della Chiesa per questi comportamenti, ma la svolta significativa sta nell’aver rimesso al centro della discussione un fenomeno che, quando si manifesta in ambito politico, rovina i rapporti tra cittadino e istituzioni.
Anche il Cardinale Bassetti, subito dopo l’investitura a Presidente della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) aveva dichiarato «Sul piano della politica vorrei, però, fare una distinzione fra politica con la P maiuscola e la politica di tutti i partiti che rispetto. La politica con la P maiuscola è quella che riguarda il bene comune».
Per chi si impegna in politica, quindi, l’etica non è un fatto secondario e questi richiami sono più che mai necessari ai nostri giorni: i valori dell’onestà e dell’integrità sono appannati dall’individualismo e dall’ambizione personale.
Lottare contro i mafiosi e i corrotti, però, non è solo una questione di etica religiosa o di legalità, ma è anche e soprattutto una questione di civiltà: la scomunica religiosa deve diventare, in ambito civile, una condanna forte e senza appello da parte dei cittadini che devono evitare ed isolare queste persone.
Per quanto mi riguarda, come sindaco e come privato cittadino, ho sempre denunciato la corruzione e i comportamenti mafiosi di chi, sacrificando il bene comune, fa politica per pura ambizione personale.
L’errore più comune è sottovalutare questi fenomeni o ritenere che non spetti a noi doverli fronteggiare: in realtà oggi più che mai occorre essere intransigenti con chi tenta di sminuire il problema, con chi – facendo leva sull’amicizia, sui vincoli di parentela o sulla comune appartenenza ad un partito politico – ci propone di chiudere un occhio e lasciar correre.
Anche in una piccola realtà come Cannara, quindi, per sconfiggere la mafia e la corruzione dobbiamo essere buoni cittadini e isolare coloro che hanno dato prova di anteporre gli interessi personali a quelli della comunità.